Impermeabile
A cura di Alessandra Gatto e Marco Pelos Spagno
Sibari sorge tra le acque dei fiumi Crati e Coscile, a pochi chilometri dal mare. La presenza d’acqua determina l’importanza strategica
e la rende fertile, facendola diventare uno dei poli più importanti della Magna Grecia.
A distanza di quasi quindici secoli i primi tentativi di scavo in quello che è ora il Parco Archeologico della Sibaritide
furono influenzati dal terreno acquoso e acquitrinoso, fino ai primi anni settanta quando si dovette procedere a un sistema
di drenaggio meccanizzato delle acque su tutta la superficie dello scavo, nonostante le idrovore in funzione,
il sito è tutt’ora soggetto ad allagamenti. L’acqua diventa il fil rouge che lega tutte le epoche, dalla fondazione ad oggi in questo luogo.
Il lavoro è un tentativo di trattare con lo stesso riguardo e con la stessa importanza tanto i reperti storici quanto i macchinari moderni
che mantengono il patrimonio in vita e le infrastrutture che lo contengono.
Ed ecco che le statuette votive si accostano con pompe meccaniche e i capitelli
si affiancano con pile di cassette di reperti pronti per il restauro.